13. L'ospite e il Senzacolori
3 febbraio 2013: Siena-Inter 3-1 (Milan-Udinese 2-1)
3 febbraio 2013: Siena-Inter 3-1 (Milan-Udinese 2-1)
È un po’ che non scrivo una puntata di questa rubrica, e temo che
vi siate distratti, o dimenticati di come stanno le cose. Che in mia
assenza, privi delle mie indicazioni cosmogoniche dettate da
un’intima conoscenza della sfiga, vi siate convinti che tutto
capita casualmente, senza un disegno preciso. Per il vostro bene,
perché le trame del Maligno non vi colgano alla sprovvista, sarà
bene che ve lo ricordi: non è così. Tutto ha un significato, anche
se niente ha senso.
Riassumendo: l’Oscuro Signore esiste, ed è bianconero. Se non ve
ne siete mai accorti, siete degli ingenui: l’assenza di colori
avrebbe dovuto mettervi in guardia. Il Senzacolori ha schiavizzato
intere orde di individui ingenui, mal consigliati, o semplicemente
convinti dalla promessa di una vittoria facile. I nemici del
Senzacolori sono soprattutto i neroazzurri, e poi tutti gli altri. Il
suo obiettivo non è la distruzione del nemico – anzi: a differenza
dei più sanguinari dittatori del ventesimo secolo, il Senzacolori ha
capito che i neroazzurri e gli altri colorati bisogna tenerli in
vita, perché non c’è signore del male senza forze del bene
oppresse e perché, com’è evidente, si diverte da matti a
tormentarli. Una vittima morta non è più una vittima, dal punto di
vista del torturatore. Come si è visto fin dall’inizio di questa
rubrica (17 febbraio 2012: Inter-Bologna 0-3), il Senzacolori a volte
si serve di colorati per punire altri colorati. Fra tutti i colorati,
ama sopra ogni cosa torturare i nerazzurri; e quando non può farlo
di persona, ama sopra ogni cosa servirsi dei rossoneri.
Se lo schema vi sembra troppo perfetto e sinistro, vi racconterò una
cosa che mi è appena successa, e che lo illustra alla perfezione. Da
un po’ di tempo, un amico di Varese ed io ci diciamo al telefono
che dobbiamo proprio vederci. Questo amico è un ex editore per cui
traducevo qualche anno fa, e adesso scrive recensioni per il
supplemento di un quotidiano. È una persona piena di idee e di
progetti, nei quali ogni tanto cerca di coinvolgermi. Ultimamente, al
telefono, ci siamo detti che non ha più senso scrivere narrativa, e
che bisognerebbe trovare il modo di lavorare per la televisione. È
lì che ci sono i soldi, abbiamo convenuto. Perché non ci troviamo
per buttare giù qualcosa, ha detto lui? Io ho un’idea di cosa si
dovrebbe scrivere, e magari recupero qualche contatto indiretto. È
un po’ che volevo parlartene, ha aggiunto, ma non osavo. Ma dai, ho
detto io, perché non osavi? Dobbiamo provarci, abbiamo concluso.
Vengo giù a trovarti un fine settimana e buttiamo giù qualcosa, ha
detto lui.
Con mio grande stupore, solo un paio di settimane dopo questa
conversazione, l’amico di Varese è davvero venuto giù a trovarmi,
e fra sabato e domenica abbiamo anche buttato giù qualcosa. È una
storia un po’ fantasy e un po’ fantascientifica, ma di
ambientazione contemporanea. Abbiamo preso un po’ spunto da tutta
questa roba sui vampiri, solo che qui al posto dei vampiri ci sono
gli elfi, che sono immortali, supponenti e geneticamente perfetti –
un po’ come Antonio Conte, a parte la prima e l’ultima. Non credo
che qualche produttore italiano vorrà mai sentirne parlare, anche
ammesso che si riesca a parlare con qualche produttore italiano: ma
io sono un pessimista disfattista, mentre il mio amico di Varese è
un ottimista sicuro del fatto suo. Ad ogni modo, il progetto di serie
televisiva non c’entra quasi niente con quel che voglio raccontare.
Il punto vero è un altro, ed ha a che fare con il campionato di
calcio e con il calciomercato.
Ora, il fine settimana scelto dall’amico di Varese – fra quelli
in cui io e la Paola siamo disponibili – è quello di domenica 3
febbraio 2013. La data non dirà nulla ai non iniziati, ma per gli
schiavi e i nemici del Senzacolori è decisiva. Il 3 febbraio c’è
una giornata di campionato, e soprattutto è appena finito il
calciomercato. Durante questa sessione invernale di mercato, l’unico
acquisto clamoroso, di quelli che finiscono sulle prime pagine dei
giornali non sportivi, è stato quello di Balotelli. Il Milan, nella
persona dell’astuto mercante di vacche Adriano Galliani, ha
comprato Mario Balotelli dal Manchester City per 24 milioni pagabili
in euro ma anche in figurine doppie dell’album Panini, a rate
mensili spalmate su un periodo di trecento anni. Mario Balotelli,
l’anagramma del cui cognome è Altobelli, è un ex giocatore
dell’Inter, venduto due anni prima al Manchester City per
disperazione. Balotelli ha un talento enorme e un’incapacità
congenita di impegnarsi a fondo nelle cose. Due anni prima, era
arrivato a buttare la maglia dell’Inter per terra alla fine di una
partita. Mario Balotelli, sia detto per inciso, è cresciuto a
Brescia ed è milanista. Quando era all’Inter, andava a fare
allenamento con i calzini rossoneri, e Materazzi, fine intellettuale
par suo, glieli tagliava.
Nella stessa finestra di mercato, l’Inter non ha fatto acquisti
clamorosi, da prima pagina, ma ha comprato diversi giocatori
apparentemente utili alla causa, in modo oculato. Dopo l’acquisto
di Balotelli, Moratti, il presidente dell’Inter, ha ironizzato sul
fatto che il giocatore serviva soprattutto all’ex Presidente del
Consiglio in vista delle elezioni – il che è senz’altro vero. I
tifosi interisti, forti dell’acquisto di due o tre cavalli di
ritorno e di un ragazzino croato con l’aura da fenomeno, a un certo
punto hanno anche pensato che la loro società fosse più matura,
meno legata agli umori del momento e della piazza. Loro comprano per
andare sui giornali e prendere voti dagli stupidi, si sono detti, noi
per la gloria presente e futura. Qualche tifoso interista forse
sapeva di mentire a se stesso, o annusava la fregatura nell’aria.
Io, per dire, ho un pessimo olfatto, ma sentivo odore di bruciato, e
sabato ero già tesissimo.
Come detto, era il sabato in cui doveva arrivare l’amico di Varese.
L’amico è arrivato, si è mangiato e bevuto, e il pomeriggio si è
lavorato su questa serie televisiva. Il giorno dopo, siamo andati
avanti con lo stesso schema: ma il pomeriggio, io ogni tanto mi
assentavo dalla sessione di scrittura televisiva per controllare i
risultati delle partite.
Di qui in avanti il racconto si fa rapido e rovinoso: l’Inter gioca
col Siena ultimo in classifica. Facile, in teoria, come mi fa notare
l’amico di Varese (‘Giocate a Siena? Buon per voi, allora’): ma
io so per esperienza che è proprio in queste giornate in cui tutto
sembra facile che le cose possono andare a rotoli. Puntualmente, le
cose fanno proprio così. A fine primo tempo, il Siena vince 2-1, e
le cronache su internet che leggo nelle pause della scrittura parlano
di un’Inter in balia del contropiede avversario. Nel secondo tempo,
proprio in un momento in cui vado a controllare – perché Cecio,
che sta usando il pc per giocare, mi chiede aiuto, e io ne approfitto
per aprire un’altra finestra – l’arbitro dà un rigore al Siena
ed espelle un difensore dell’Inter. Buonanotte. Finisce 3-1, e
l’amico mi dice – dopo aver dato un’occhiata su internet –
che Stramaccioni, l’allenatore dell’Inter, è stato visto quasi
in lacrime.
Bene. Per fortuna la Lazio, che è terza in classifica e ultima
qualificata provvisoria alla coppa dei campioni, tre punti più su
dell’Inter, ha perso anche lei. La sera però gioca il Milan con
l’Udinese, e il Milan, proprio in questo fine settimana in cui
viene a trovarmi l’amico di Varese, è quinto, esattamente a tre
punti di distanza dall’Inter. Dopo essere stato anche una dozzina
di punti indietro, è a tre punti, e cioè a una sola vittoria di
distanza. Il Milan gioca con l’Udinese, e Balotelli, a quanto pare,
comincerà la partita in panchina.
La sera siamo tutti in casa, la Paola, Cecio, io e l’amico di
Varese. Io sto lavando i piatti, e l’amico di Varese mi aggiorna
ogni tanto sulla partita. Ha segnato Balotelli, mi fa a un certo
punto. Anzi: ‘Ha segnato Balo,’ dice. Ma come, non era in
panchina? Faccio io. No, si è fatto male Pazzini nel riscaldamento e
l’hanno messo subito, fa lui. Ah, faccio io. Nel secondo tempo,
però, l’Udinese per fortuna pareggia. Io, dopo aver messo a letto
Cecio e sistemato quel che c’era da sistemare, vado in camera a
dare un’occhiata alla cronaca della partita in rete. Sono le dieci
e trentasei, e quindi la partita dovrebbe essere finita. Ma non lo è,
a quanto pare: Milan-Udinese 1-1 live, dice il sito. Ma come, giocano
ancora? Apro il collegamento, e la prima frase di cronaca che vedo è:
dal replay, il rigore sembra proprio non esserci. Io non ho ancora
capito che il rigore è per il Milan, ma lo so già. So chi lo
tirerà, e so che non lo sbaglierà – nonostante il suo cognome sia
l’anagramma di quello di un attaccante interista fra i più grandi
scialacquatori di rigori della storia. E infatti Balotelli,
l’acquisto elettorale, tira il rigore e non sbaglia. Milan-Udinese
2-1.
Lo schema dovrebbe essere già chiaro, ma lo rendo esplicito per i
meno informati. Nel pomeriggio, l’Inter perde 2-1 con l’ultima in
classifica. La sera, il Milan vince 2-1 con l’Udinese. Proprio il
fine settimana in cui viene a trovarmi l’amico di Varese, e proprio
il fine settimana dopo la fine del calciomercato invernale, il Milan
si trova a una vittoria di distanza dall’Inter. Il Milan vince con
due gol di un ex giocatore dell’Inter che è tifoso milanista, e
che è stato comprato proprio pochi giorni prima – e uno di questi
due gol è un rigore inesistente tirato all’ultimo minuto
disponibile. Con quei due gol, il Milan raggiunge l’Inter al quarto
posto in classifica. Ah, i colori sociali sia del Siena e
dell’Udinese sono il bianco e il nero.
Ma il dettaglio diabolico, quello per cui mi viene quasi voglia di
complimentarmi con l’Oscuro Signore Senzacolori, è questo: l’amico
di Varese è milanista. Qualche giorno prima, aveva concluso il
messaggio e-mail in cui mi confermava il suo arrivo con queste
parole:
‘Forza Balo!’
Sì, lo so che ho letto troppi romanzi fantasy da ragazzino, e i
romanzi fantasy ti danno un’idea tutta sballata della vita. Siccome
vedi le cose dal punto di vista dei buoni, ti convinci di essere una
piccola creatura indifesa o un nobile principe destinato a lottare
contro forze molto maggiori delle tue. Il nemico è enorme, e sembra
invincibile, ma alla fine cade per mancanza di immaginazione. Il bene
trionfa, e tu sposi la principessa elfica o te ne torni a coltivare
l’orto dietro la tua caverna hobbit.
Può
darsi che sia così anche nella vita e nel calcio, ma c’è una
possibilità che noi lettori fantasy abbiamo trascurato. In quasi
tutti i romanzi del genere, uno dei personaggi secondari è il
BBCCITESRCLM: il Buono Burbero Che Cade In Tentazione E Si Redime Con
La Morte. Nel Signore
degli anelli,
il BBCCITESRCLM è Boromir, figlio guerrafondaio del reggente di
Gondor che cade nella tentazione dell’anello, cerca di sottrarlo a
Frodo, si pente, viene attaccato dagli orchi e muore eroicamente
cercando di difendere la compagnia. A fine capitolo, il suo corpo se
ne scende lungo il fiume su una zattera, con armi, scudo, ecc. ecc.
Ecco, la falla nella visione del mondo di noi lettori fantasy
potrebbe essere questa. Magari il Signore Oscuro Senzacolori viene
sconfitto, alla fine, ma noi siamo Boromir. E una volta che le nostre
salme sono lì sulla zattera, trafitte di frecce per spregio dagli
orchi con le teste a cresta che ci aspettavano lungo le rive del
fiume, sai quanto ce ne frega se poi un ometto alto un metro riesce a
buttare un anello nel cratere di un vulcano attivo?
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